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la Pittura Preistorica
La grotta Chauvet è uno dei più noti e importanti siti preistorici europei, ricco di testimonianze, simboliche ed estetiche, del Paleolitico superiore(Aurignaziano).
La grotta Chauvet si trova in Francia, presso Vallon-Pont-d'Arc, nell'Ardèche (regione della Rhône-Alpes). La sua casuale scoperta risale al 18 dicembre 1994 a opera dello speleo fotografo Jean-Marie Chauvet accompagnato da due amici, Éliette Brunel e Christian Hillaire.
La grotta Chauvet: cosa ospita?La grotta corre per oltre 500 metri all'interno della montagna, e fu scavata nei secoli dal fiume Ardèche. Di grandissima bellezza, ha lunghe pareti traslucide di cristalli e cupole iridescenti. Viene resa famosa dalla scoperta, nel 1994, di numerose pitture parietali risalenti all'uomo di Cro-Magnon, del Paleolitico superiore. Il nostro antenato abitava all'epoca questa zona che offriva un paesaggio simile alla tundra, ed era desolata e fredda.
La grotta presenta pitture e incisioni rupestri di diversi animali quali bisonti, mammut rossi, gufi, rinoceronti, leoni, orsi, cervi, cavalli, iene, renne ed enormi felini scuri. Soli o ritratti in branco, nei colori resi disponibili dagli elementi naturali, gli animali ritratti assommano ad oltre 500 opere databili di circa 32 mila anni fa. Possiamo ipotizzare che questo luogo fosse un importante centro di culto dell'epoca.
Le figure hanno un dinamismo potente e la mancanza di definizione (molte sono abbozzate, ma non terminate) contribuisce a dare all'insieme un carattere magico e quasi ipnotico. Gli animali paiono uscire dalla roccia stessa o rientrarvi a seconda della prospettiva e dei giochi di luce. Questo tipo di organizzazione estetica è comune a tutta l'arte visiva del Paleolitico. Nella grotta troviamo anche teschi di possenti animali e altari primitivi cui i teschi stessi sembrano essere stati offerti in dono.
Pitture e incisioni: i probabili significati.Le pitture, di grande forza espressiva sono molto vicine ai nostri canoni estetici attuali, ma sul loro significato profondo possiamo solo fare illazioni. Probabilmente opera di individui iniziati ai culti dell'epoca, le grotte antiche erano luoghi di incontro con esseri mostruosi, possenti e magici. L'incontro con queste creature era legato a riti iniziatici basati su prove di coraggio contro l'ignoto, il nascosto e contro il dolore delle mutilazioni, che qualificavano la persona come adulta, abile alla caccia e a generare figli.
Entrambe le attività legavano inscindibilmente un senso di pericolo mortale e di prepotente desiderio di vita. Questa impostazione permane tutt'oggi in molte tracce di culti tribali dall'Australia all'Africa e la si ritrova nelle testimonianze dei riti dell'Antico Egitto e persino dell'Antica Grecia.
In tutti questi luoghi, le testimonianze parlano di esseri mascherati che impersonificano il leone che attacca i genitali del ragazzo e ne lascia un segno. Il segno del coraggio e del passaggio alla vita adulta. Lo stesso segno (la ferita della circoncisione) lo porrà lui alla sua donna al primo atto sessuale (deflorazione), e agli animali che ucciderà nella caccia, attività fondamentali che solo dopo l'iniziazione gli verranno concesse assicurando a lui e al suo clan sopravvivenza e rinascita nei figli che verranno.
La Sala del Fondo: il fulcro del viaggio.La sala più interna della grotta Chauvet (la Sala del Fondo), possiamo supporre essere stata il fulcro del viaggio iniziatico. Qui si scende un pendente che si innalza a 1,20 m dal suolo, e da questo uno strano essere ibrido e antropomorfo guarda la parete dinnanzi. Ha corna frontali che gli danno il vago aspetto di un bisonte e occhi tondi come se fossero di un insetto. Alcuni lo hanno chiamato lo Stregone della grotta.
Il pendente ha una chiarissima forma fallica e si pone davanti ad una cavità dall'evidente forma vaginale. Le forme del pendente, incompiute e difficile da analizzare, paiono tracciare le linee opulente di un corpo femminile, molto simili alle statuette a tutto tondo reperite in numerosi luoghi in Europa. Il simbolismo femminile di generazione e rinascita è prepotente e influenzerà tutte le epoche a venire, sino ad arrivare a noi.
Questa suggestiva fusione di forme maschili e femminili, animalesche e umane, aiutata dalle caratteristiche proprie della "sala" stessa deve averle dato una valenza particolare. Una terza figura unisce la donna all'essere ibrido ed è una chiara figura leonina, che ancora rimanda al cerchio morte-vita-rigenerazione che emerge chiaramente in tutte le testimonianza di questo nostro passato ancestrale. La figura del leone diverrà una figura mitica ed allegorica sin nei bestiari medioevali, restando associata ai suoi significati originari. Il leone viene ad impersonare la figura del Cristo arbitro di morte e portatore di vita, ma soprattutto di una rinascita totale che è fuori dalle possibilità dell'uomo.
Cenni sul Paleolitico, la sua struttura sociale e i suoi simbolismi.Il Paleolitico superiore fu un'epoca ricca di evoluzioni nella tecnologia della lavorazione della pietra, dei materiali scolpibili (steatite, avorio) e nella produzione di nuove armi e tecniche di raccolta.
È caratterizzata da un'arte volta alla scultura e all'incisione di figure femminili, solitamente in pietra o avorio, di gioielli e soprattutto di ornamenti, simbolo di appartenenza ad un credo e ad un gruppo sociale. Questi sono usualmente fatti di conchiglie, denti animali e steatite. I reperti di questo periodo sono altamente figurativi e spesso complessi, grazie ad una struttura sociale che, supponiamo, era in grado di comunicare, tramandare e trasporre visivamente concetti simbolici articolati che caratterizzeranno l'opera umana in tutti i periodi a venire.
I materiali usati in queste lontane forme d'arte sono moltissimi e scelti con cura, come con cura erano lavorati. Ulteriori reperti ci dicono chiaramente che la musica faceva già parte dell'espressività di quei popoli.
La grotta Chauvet si trova in Francia, presso Vallon-Pont-d'Arc, nell'Ardèche (regione della Rhône-Alpes). La sua casuale scoperta risale al 18 dicembre 1994 a opera dello speleo fotografo Jean-Marie Chauvet accompagnato da due amici, Éliette Brunel e Christian Hillaire.
La grotta Chauvet: cosa ospita?La grotta corre per oltre 500 metri all'interno della montagna, e fu scavata nei secoli dal fiume Ardèche. Di grandissima bellezza, ha lunghe pareti traslucide di cristalli e cupole iridescenti. Viene resa famosa dalla scoperta, nel 1994, di numerose pitture parietali risalenti all'uomo di Cro-Magnon, del Paleolitico superiore. Il nostro antenato abitava all'epoca questa zona che offriva un paesaggio simile alla tundra, ed era desolata e fredda.
La grotta presenta pitture e incisioni rupestri di diversi animali quali bisonti, mammut rossi, gufi, rinoceronti, leoni, orsi, cervi, cavalli, iene, renne ed enormi felini scuri. Soli o ritratti in branco, nei colori resi disponibili dagli elementi naturali, gli animali ritratti assommano ad oltre 500 opere databili di circa 32 mila anni fa. Possiamo ipotizzare che questo luogo fosse un importante centro di culto dell'epoca.
Le figure hanno un dinamismo potente e la mancanza di definizione (molte sono abbozzate, ma non terminate) contribuisce a dare all'insieme un carattere magico e quasi ipnotico. Gli animali paiono uscire dalla roccia stessa o rientrarvi a seconda della prospettiva e dei giochi di luce. Questo tipo di organizzazione estetica è comune a tutta l'arte visiva del Paleolitico. Nella grotta troviamo anche teschi di possenti animali e altari primitivi cui i teschi stessi sembrano essere stati offerti in dono.
Pitture e incisioni: i probabili significati.Le pitture, di grande forza espressiva sono molto vicine ai nostri canoni estetici attuali, ma sul loro significato profondo possiamo solo fare illazioni. Probabilmente opera di individui iniziati ai culti dell'epoca, le grotte antiche erano luoghi di incontro con esseri mostruosi, possenti e magici. L'incontro con queste creature era legato a riti iniziatici basati su prove di coraggio contro l'ignoto, il nascosto e contro il dolore delle mutilazioni, che qualificavano la persona come adulta, abile alla caccia e a generare figli.
Entrambe le attività legavano inscindibilmente un senso di pericolo mortale e di prepotente desiderio di vita. Questa impostazione permane tutt'oggi in molte tracce di culti tribali dall'Australia all'Africa e la si ritrova nelle testimonianze dei riti dell'Antico Egitto e persino dell'Antica Grecia.
In tutti questi luoghi, le testimonianze parlano di esseri mascherati che impersonificano il leone che attacca i genitali del ragazzo e ne lascia un segno. Il segno del coraggio e del passaggio alla vita adulta. Lo stesso segno (la ferita della circoncisione) lo porrà lui alla sua donna al primo atto sessuale (deflorazione), e agli animali che ucciderà nella caccia, attività fondamentali che solo dopo l'iniziazione gli verranno concesse assicurando a lui e al suo clan sopravvivenza e rinascita nei figli che verranno.
La Sala del Fondo: il fulcro del viaggio.La sala più interna della grotta Chauvet (la Sala del Fondo), possiamo supporre essere stata il fulcro del viaggio iniziatico. Qui si scende un pendente che si innalza a 1,20 m dal suolo, e da questo uno strano essere ibrido e antropomorfo guarda la parete dinnanzi. Ha corna frontali che gli danno il vago aspetto di un bisonte e occhi tondi come se fossero di un insetto. Alcuni lo hanno chiamato lo Stregone della grotta.
Il pendente ha una chiarissima forma fallica e si pone davanti ad una cavità dall'evidente forma vaginale. Le forme del pendente, incompiute e difficile da analizzare, paiono tracciare le linee opulente di un corpo femminile, molto simili alle statuette a tutto tondo reperite in numerosi luoghi in Europa. Il simbolismo femminile di generazione e rinascita è prepotente e influenzerà tutte le epoche a venire, sino ad arrivare a noi.
Questa suggestiva fusione di forme maschili e femminili, animalesche e umane, aiutata dalle caratteristiche proprie della "sala" stessa deve averle dato una valenza particolare. Una terza figura unisce la donna all'essere ibrido ed è una chiara figura leonina, che ancora rimanda al cerchio morte-vita-rigenerazione che emerge chiaramente in tutte le testimonianza di questo nostro passato ancestrale. La figura del leone diverrà una figura mitica ed allegorica sin nei bestiari medioevali, restando associata ai suoi significati originari. Il leone viene ad impersonare la figura del Cristo arbitro di morte e portatore di vita, ma soprattutto di una rinascita totale che è fuori dalle possibilità dell'uomo.
Cenni sul Paleolitico, la sua struttura sociale e i suoi simbolismi.Il Paleolitico superiore fu un'epoca ricca di evoluzioni nella tecnologia della lavorazione della pietra, dei materiali scolpibili (steatite, avorio) e nella produzione di nuove armi e tecniche di raccolta.
È caratterizzata da un'arte volta alla scultura e all'incisione di figure femminili, solitamente in pietra o avorio, di gioielli e soprattutto di ornamenti, simbolo di appartenenza ad un credo e ad un gruppo sociale. Questi sono usualmente fatti di conchiglie, denti animali e steatite. I reperti di questo periodo sono altamente figurativi e spesso complessi, grazie ad una struttura sociale che, supponiamo, era in grado di comunicare, tramandare e trasporre visivamente concetti simbolici articolati che caratterizzeranno l'opera umana in tutti i periodi a venire.
I materiali usati in queste lontane forme d'arte sono moltissimi e scelti con cura, come con cura erano lavorati. Ulteriori reperti ci dicono chiaramente che la musica faceva già parte dell'espressività di quei popoli.
Pitture rupestri
pittura rupestre a Lascaux
Si definiscono pitture rupestri quelle pitture realizzate in una grotta o in muri di pietra o in soffitti, risalenti generalmente alla preistoria. Analoghe raffigurazioni sono state ottenute con l'incisione.
Quando furono rinvenuti per la prima volta questi graffiti, alla metà del XIX secolo, essi vennero considerati primitivi, ma una recente rivalutazione e nuove scoperte ci hanno permesso di comprendere l'importanza dei lavori dell'Età della Pietra, che non sono solamente di alto livello artistico (ovviamente in rapporto allo sviluppo dell'uomo primitivo), ma costituiscono anche degli importanti indizi per una migliore conoscenza della cultura e delle credenze di quell'epoca.
La datazione di queste pitture rimane spesso incerta e non di rado dà luogo a polemiche, in quanto i metodi utilizzati, come quello al radio carbonio, possono essere facilmente "ingannati" da campioni contaminati da materiale più antico o più recente, e ciò avviene con molta facilità all'interno delle caverne.
I soggetti più comuni nelle pitture rupestri sono i grandi animali selvaggi, come il bisonte, il cavallo, il cervo e l'orso; sono spesso presenti anche impronte umane. L'antropologo Leroi-Gourhan ha riconosciuto delle regolarità nelle rappresentazioni di bovini ed equini e nelle associazioni di questi rispettivamente al sesso femminile e al sesso maschile.
I più conosciuti reperti si trovano nelle località di:
Quando furono rinvenuti per la prima volta questi graffiti, alla metà del XIX secolo, essi vennero considerati primitivi, ma una recente rivalutazione e nuove scoperte ci hanno permesso di comprendere l'importanza dei lavori dell'Età della Pietra, che non sono solamente di alto livello artistico (ovviamente in rapporto allo sviluppo dell'uomo primitivo), ma costituiscono anche degli importanti indizi per una migliore conoscenza della cultura e delle credenze di quell'epoca.
La datazione di queste pitture rimane spesso incerta e non di rado dà luogo a polemiche, in quanto i metodi utilizzati, come quello al radio carbonio, possono essere facilmente "ingannati" da campioni contaminati da materiale più antico o più recente, e ciò avviene con molta facilità all'interno delle caverne.
I soggetti più comuni nelle pitture rupestri sono i grandi animali selvaggi, come il bisonte, il cavallo, il cervo e l'orso; sono spesso presenti anche impronte umane. L'antropologo Leroi-Gourhan ha riconosciuto delle regolarità nelle rappresentazioni di bovini ed equini e nelle associazioni di questi rispettivamente al sesso femminile e al sesso maschile.
I più conosciuti reperti si trovano nelle località di:
- Lascaux in Francia
- La Marche, nell'area di Lussac-les-Chateaux, (Francia)
- Grotta Chauvet, presso Pont d'Arc (Francia)
- Grotte di Altamira in Spagna
- Ukhahlamba-Drakensberg, Sudafrica (ora datati a circa 3.000 anni fa, i dipinti della popolazione San - che vi si stabilì attorno a 8.000 anni fa - rappresentano animali e uomini, e si ritiene che abbiano un valore religioso.)
Incisioni rupestri
CALCO IN GESSO
DI INCISIONE IN
VAL CAMONICA
Le incisioni rupestri (dette anche petroglifi o graffiti) sono segni scavati nella roccia con strumenti appuntiti di vario genere, come una punta di roccia più dura a forma di scalpello, utilizzando una tecnica di picchiettatura, guidata o meno da un percussore o una punta metallica (tipo pugnale, di bronzo o di ferro), o usando una tecnica di raschiatura. Le figure formate da una fitta concentrazione di buchi, potevano essere ricoperte di sostanze coloranti.
Si trovano incisioni rupestri ancestrali a partire da quando è comparso l'Homo sapiens, fino in epoca recente. In tutto il mondo solitamente si trovano in alpeggi da pascolo, vicino a fonti e a laghi. Rappresentano sia realtà della vita quotidiana pastorale e agricola, sia figure simboliche e fantastiche.
L'interpretazione di queste figure è discussa e varia da quella magico-simbolica, legata a riti religiosi di tipo sciamanico, a quella di figure fatte prevalentemente per passatempo da pastori fermi a guardia di greggi che pascolavano nei dintorni o che si abbeveravano.
Per l'osservazione il momento migliore è l'alba o il tramonto, a causa delle ombre marcate create dai raggi solari radenti, che le rendono più facilmente visibili.
Le incisioni sono tutelate in Italia dalle Soprintendenze competenti per territorio, alle quali si chiede preventivamente l'autorizzazione per qualsiasi intervento diretto, durante le campagne di studio, organizzate in sede universitaria.
È permesso fotografarle, ma si sconsiglia l'uso del flash, che le fa scomparire nella foto, a meno di poterlo staccare per ottenere un lampo radente. La realizzazione di calchi di studio, quando autorizzati, prevede l'utilizzo di plastilina o stucco da vetro ritrattati.
L'utilizzo di materiali inadeguati rischia di danneggiare le incisioni ed è strettamente proibita per uso amatoriale. Un mezzo per ottenere delle copie che ne permettano lo studio è il ricalco a carboncino (frottage).
Luoghi di ritrovamento In Italia sono molti i siti in cui si trovano incisioni rupestri, specialmente nell'arco alpino. Sono state fatte in un arco di tempo approssimativamente compreso tra ilneolitico e e la tradizione si è interrotta in coincidenza con la conquista di Rezia ed arco alpino sotto Augusto.
Liguria Disegno delle incisioni rupestri al Ciappo delle ConcheL'Appennino Ligure occidentale è disseminato di siti dove si trovano incisioni rupestri. Sono documenti risalenti all'epoca neolitica e all'età del ferro.
Ciappo delle conche 44°21′29″N 8°34′0″W
Ubicazione del Ciappo delle ConcheIl "Ciappo (pietra) delle conche", (in genovese detta Ciappo de Cunche) è un sito archeologico preistorico, costituito da un lastrone di pietra di circa 30 m2 sul quale sono incise 30 figure e scavate 7 vaschette. Il sito si trova sulle alture di Finale Ligure, in prossimità di Orco Feglino e poco più in basso della cima sul pendio meridionale del Monte Cucco.
Calco in gesso di una incisione rupestre rappresentante una figura umana al Ciappo delle Conche, presso Finale LigureSul lastrone roccioso degradante verso sud, si trovano le incisioni rupestri, non ben visibili se il sole è alto. I graffiti sono profondi e fatti sulla roccia con una superficie aspra. L'altezza delle figure varia da pochi centimetri a più di un metro e si distinguono in tre categorie:
Ciappo del sale Il "Ciappo del sale" (in genovese detto Ciappu du sa), si trova nell'immediato entroterra del finalese, a 320 m s.l.m., vicino al paese di Portio Revelli, in località Rocca degli Uccelli, a metà strada su una mulattiera che conduce verso la località di Rocca di Corno. Dei tre "ciappi" con incisioni rupestri nel finalese, è il più comodo e accessibile.
La roccia si presenta piatta, di forma pentagonale irregolare, con il lato più lungo di 37 m e quello più corto di 7 m. Presenta incisioni rupestri simili a quelle del "Ciappo delle conche" e del "Ciappo dei ceci", con figure umane a forma di croce, vaschette, coppelle e altre figure di ignoto significato, come una figura rotondeggiante a raggiera unita ad un triangolo e una figura rotondeggiante irregolare con un punto nel centro.
Lungo il lato più lungo della pietra, si scorgono ancora oggi tracce sul calcare del passaggio dei mulattieri e dei buoi aggiogati ai carri, come è rappresentato in tante incisioni rupestri della Valle delle Meraviglie.
Pietra delle coppelle all'Acquasanta di Voltri, in provincia di GenovaLa "Pietra delle coppelle", scoperta nel 1908 da Arturo Issel, si trova sulle Giutte, sopra Acquasanta di Voltri (GE), in località "Bric Caramello", a quota di 510 m s.l.m.
itinerario da Giutte dell'Acquasanta di Voltri alla pietra delle coppelleLa roccia è ricoperta da qualche centinaio di cavità rotonde di varie dimensioni, da 1/2 cm a 2 cm, chiamate coppelle, e da figure geometriche stilizzate, filiformi o a forma di croce, di significato antropomorfo. È presente inoltre un tetraedro scavato, con la punta orientata verso nord, con 35 coppelle delimitanti in un'area circolare. Si riconoscono anche affilatoi a polissoir.
Molte di queste coppelle e croci sono sicuramente preistoriche, mentre altre sono di epoca medioevale: è difficile stabirne con precisione l'epoca, essendo possibile che gruppi cronologicamente diversi siano mischiati tra loro e in mancanza di un contesto archeologico.
La pietra si trova su un antico percorso che parte dalla costa (tra Sestri Ponente e Voltri) e si dirige verso l'interno alle Capanne di Marcarolo, punto di incontro a metà strada per lo scambio tra i prodotti della pastorizia della tribù celto-ligure dei Dectunini, provenienti da Voltaggio, Gavi Ligure e Novi Ligure nell'interno, e il sale portato dai Liguri della costa. La frequente presenza di coppelle lungo le "vie del sale", che dalla costa penetravano nell'interno, ne ha suggerito l'interpretazione come segnalazioni di un confine (che potrebbe essere confermato dalla presenza degli affilatoi per coltelli), ovvero come unità di misura di riferimento (sono infatti spesso presenti in numeri ricorrenti). Un'altra interpretazione è quella archeoastronomica.
Poco distante, verso ovest, in località Giandotto sotto il Poggio, su di un'altra roccia sono state più di recente, riconosciute incisioni rupestri con scene di caccia, di epoca preistorica.
Attorno al Monte Beigua esistono molte iscrizioni, sebbene la patina di ossidazione superficiale della roccia non consenta delle datazioni precise. Nel territorio dei comuni di Urbe e di Sassello, ed entro il Parco regionale del Beigua, sono presenti molte incisioni con forme a phi, cruciformi, stellate o vulvari. I siti sono quelli di "Grande Roccia", "Pietra Scritta", "Dolmen", "Roccia della Biscia".
Lombardia Val CamonicaIncisioni rupestri a Foppe di NadroPer approfondire, vedi la voce Incisioni rupestri della Valcamonica.La Val Camonica (il nome deriva dalla popolazione dei Camuni), è una valle lombarda delle Alpi centrali situata a nord del lago d'Iseo.
È la "capitale" dell'arte rupestre alpina. Con oltre 300mila figure incise conserva la più alta concentrazione di petroglifi e si presenta come il punto di riferimento scientifico per la ricerca nel campo dell'archeologia rupestre. La grande quantità di figure, come al Monte Bego, è dovuta al particolare supporto roccioso, un'arenaria di origine permiana (o verrucano lombardo), a grana molto fine e cemento siliceo, fortemente levigata dai ghiacciai.
Poche figure più antiche risalgono alla fine del paleolitico (animali di grandi dimensioni, cervi, alci), ma la massima fioritura dell'arte rupestre camuna ebbe inizio alla fine del neolitico (metà del IV millennio a.C.), con la raffigurazione schematica di campi coltivati (le cosiddette "mappe" o "incisioni topografiche"), in corrispondenza con l'introduzione di pratiche agricole più evolute e con l'invenzione dell'aratro. Nella successiva età del rame (III millennio a.C.) seguì la raffigurazione di statue-stele e di composizioni monumentali (figure umane, pugnali, asce, scene di aratura a traino bovino, cervi e bovini allineati), di probabile significato e funzione rituale. Con l'età del bronzo antico e medio (figure di armi, asce, pugnali) questo primo grande ciclo termina.
Il secondo ciclo ha inizio con l'età del bronzo medio-recente (metà del II millennio a.C.), con la raffigurazione di figure umane schematiche (i cosiddetti "oranti"). L'età del ferro (80% di tutte le figure, I millennio a.C.) vede un notevole incremento del numero delle figure, delle rocce e dei soggetti incisi: guerrieri (corredati di spade, lance, asce, scudi, elmi...), duellanti, cavalieri, cacciatori, pugili, cervi, cani, oche, uccelli acquatici, grani e dispense, "rose camune". L'arrivo dei Romani (16 a.C.) segna la fine del ciclo istoriativo camuno, proseguito in epoche successive (particolarmente nel medioevo) solo in maniera sporadica.
Nella Valtellina, pietre incise sono presenti a Teglio, dove sono diffuse su tutto il territorio esposto a mezzogiorno, con raffigurazioni di varia natura incise su rocce affioranti levigate, e a Grosio, presso il Castello.
Piemonte Pietre incise sono presenti in val Chisone ("Cro' da lairi", "Pera d'la cru'"), in val di Susa (incisioni del Vallone Gravio), in Val Sangone ("Roc dl'Ursi", "Coazze").
In Val Maira, vi è una massiccia presenza di incisioni rupestri di tipo coppelliforme, altre interessanti si trovano sempre in Provincia di Cuneo, in Valle Varaita, in Valle Po e Valle Grana (Loc. Campo Fey antropomorfi sessuati). La maggior parte delle incisioni rupestri censite in queste valli, sono ad opera di1991diRiccardo Baldi, del "Centro studi di arte preistorica di Pinerolo. Da vedere quelle presenti sul colle di Valmala a [Roccere] (Comune di Roccabruna) un Antropomorfo di cm 113x138, diverse altre figurazioni e circa 5000 coppelle.
Pera dij Crus, ValchiusellaNell'alta Valchiusella vi sono due siti importanti:
Toscana Tra le province di Pistoia e Prato sono state ritrovate molte incisioni rupestri con figure a coppelle, tipi a ogiva, tipi cruciformi anche antropomorfi (pera dij cros), segni a phi.
Nella zona di Carrara, sul Monte Sagro sono presenti incisioni rappresentanti lame pennate sulla parete nord, tra i 900 e 1000 m di altitudine.
Anche in Garfagnana e nelle zone limitrofe sono presenti iscrizioni rupestri: in Garfagnana alcuni massi coppellati sono situati presso antichi luoghi di culto divenuti successivamente santuari alpestri cristiani, come nel caso del santuario di San Viano presso Campocatino di Vagli Sotto (LU).
Val d'Aosta Il prolungamento dell'Haute Marianne (savoiarda) che si estende nella Val d'Aosta contiene incisioni rupestri nello stesso stile del versante francese.
Lillianes Nella località Plan de Sorcieres (localmente Sciusciere), nel settembre 2007 sono stati riconosciuti alcuni massi di diverse dimensioni, lavorati a coppelle. Di questi il più grande (circa 2x1,80 m) riporta numerose coppelle di dimensioni approssimative fra 5 e 12 cm di diametro. L'archeoastronomo valdostano Guido Cossard, ha ipotizzato di collegare la disposizione delle coppelle alla costellazione delle Pleiadi così come doveva apparire 5-6.000 anni fa. D'altronde, secondo lo stesso archeoastronomo la medesima disposizione delle sette coppelle sarebbe osservabile su un masso di dimensioni minori.
Sicilia Grotta del Genovese si trova sull'isola di Levanzo (Egadi), a nord ovest del piccolo centro abitato. Si apre nelle rocce calcaree che costituiscono l'isola e venne abitata alla fine del paleoliticosuperiore (tra 10.000 e 6.000 anni a.C.). La grotta conserva immagini di animali del Quaternario (Cervus elephas, il Bos primigenius e l'Equus hydruntinus), insieme ad alcune figure umane con maschere a testa di uccello simili a quelle delle grotte dell'Addaura. Oltre a queste vi sono dipinte figure palesemente più recenti, colorate in nero e rosso (figure umane maschili e femminili insieme a mammiferi e pesci tra cui il tonno).
Grotte dell'Addaura Le grotte dell'Addaura, che si aprono sul fianco nord-orientale del Monte Pellegrino, a sud ovest della spiaggia di Mondello, furono abitate nel paleolitico e nel mesolitico: vi furono rinvenuti ossa e strumenti utilizzati per la caccia, e presentano sulle pareti un complesso di incisioni rupestri che costituiscono un caso unico nel panorama dell’arte rupestre preistorica.
In una delle grotte le incisioni, databili fra l'epigravettiano finale e il mesolitico raffigurano uomini ed animali: in mezzo a numerosi bovidi, cavalli selvatici e cervi, viene rappresentata una scena dominata da un gruppo di personaggi, disposti in circolo, che circonda due figure centrali con il capo coperto ed il corpo fortemente inarcato all’indietro. L'interpretazione della scena è discussa: secondo alcuni studiosi si potrebbe trattare di acrobati, mentre altri ritengono venga raffigurato un rito che prevedeva il sacrificio di due persone, guidate da sciamani; le due figure mascherate ai lati dei personaggi centrali potrebbero essere inoltre sciamani che assistono ad una cerimonia d’iniziazione.
Algeria Petroglifo del Tassili n'Ajjer
Giordania Petroglifo del Wadi Rum
Francia Provenza Valle delle Meraviglie si trova sul confine italo-francese, nelle Alpi Marittime, vicino a San Dalmazzo di Tenda e contiene una importante raccolta di incisioni rupestri, costituita da circa 40.000 immagini, incise principalmente sul Monte Bego e dintorni, tra la Valle del Roia, che collega lariviera ligure di ponente al Piemonte, per mezzo del Colle di Tenda, e la val Gordolasca, che serve la zona di Nizza.
Le incisioni rupestri si trovano ad una altitudine da 1.900 a 2.600 m s.l.m., oltre che nella "Valle delle Meraviglie" e nella val Fontanalba, anche nella Valauretta e nella Valmasca. Un piccolo gruppo di figure dello stesso tipo ma fuori da quest'area, si trovano al Colle del Sabbione, lungo i sentieri che discendono versoCuneo, fino al Lago del Vei del Bouc, sopra ad Entracque.
La valle era stata da epoche antichissime meta della transumanza estiva proveniente dalla costa, dalla pianura del Cuneese e dalle valli interne, entro un raggio di circa 30 km. Le impronte podaliche lasciate dall'uomo di Neanderthal, indicano che la valle era frequentata già a partire da 300.000-50.000 anni fa, mentre le figure incise sulla roccia risalgono all'uomo di Cro-Magnon, a partire da circa 46.000 anni fa.
Nel 1460 le prime notizie sulle figure della valle vennero riportate in una lettera alla moglie scritta da Pierre de Monfort, un viaggiatore che la attraversò, descrivendola come un luogo infernale, con figure di diavoli e mille demoni scolpiti dappertutto sulle rocce. Nel 1650 Pietro Gioffredo, uno storico di Nizza, descrisse le figure, interpretandole come incise per passatempo da pastori preistorici. Nel 1877 lo studioso Émile Rivière rilevò e descrisse 408 figure identificandole, per la prima volta, con animali, armi e strumenti. Nel 1885 Clarence Bicknell, un ricco pastore inglese residente a Bordighera, dedicò trent'anni alla ricerca e allo studio delle incisioni, segnalandone circa 20.000. In seguito si susseguirono le pubblicazioni di studiosi sulle figure incise del Monte Bego e delle valli limitrofe, in particolare sulla rivista "Annali liguri di storia patria".
Le incisioni rupestri appaiono scolpite in "posa" statica, senza ordine e senza proporzioni fra di loro e con la realtà. Le loro dimensioni variano da pochi centimetri a qualche metro, essendo in media di circa 20 cm d'altezza e 10 cm di larghezza. Talvolta sono concentrate in gruppi, che globalmente assumono un significato monumentale complesso, come se fosse una processione. Molti segni appaiono modificati e sovrapposti nel tempo, altri sono appena percettibili alla luce radente dell'alba.
Esistono 3 grandi gruppi di figure, suddivise secondo il modo di esecuzione, che sono state eseguite tra il 3000 a.C. ca. e il 14 a.C., epoca della conquista romana.
Libia Petroglifo nel Tadrart AcacusTadrart Acacus
In Marocco Ad Oukaimeden, località di montagna nell'Alto Atlante, a 74 km da Marrakech, sono frequenti incisioni rupestri raffiguranti animali e dischi (forse dischi solari), il più grande dei quali ha un diametro di 20-30 cm
Stati Uniti California Nella Valle della Morte sono state trovate incisioni rupestri in tre luoghi: "Titus Canyon", "Marble Canyon" e "Mesquite Flats".
Perú Nel Parco nazionale di Manu (Madre de Dios), vi sono i petroglifi di Pusharo, enigmatici intagli dall'origine incerta.
Si trovano incisioni rupestri ancestrali a partire da quando è comparso l'Homo sapiens, fino in epoca recente. In tutto il mondo solitamente si trovano in alpeggi da pascolo, vicino a fonti e a laghi. Rappresentano sia realtà della vita quotidiana pastorale e agricola, sia figure simboliche e fantastiche.
L'interpretazione di queste figure è discussa e varia da quella magico-simbolica, legata a riti religiosi di tipo sciamanico, a quella di figure fatte prevalentemente per passatempo da pastori fermi a guardia di greggi che pascolavano nei dintorni o che si abbeveravano.
Per l'osservazione il momento migliore è l'alba o il tramonto, a causa delle ombre marcate create dai raggi solari radenti, che le rendono più facilmente visibili.
Le incisioni sono tutelate in Italia dalle Soprintendenze competenti per territorio, alle quali si chiede preventivamente l'autorizzazione per qualsiasi intervento diretto, durante le campagne di studio, organizzate in sede universitaria.
È permesso fotografarle, ma si sconsiglia l'uso del flash, che le fa scomparire nella foto, a meno di poterlo staccare per ottenere un lampo radente. La realizzazione di calchi di studio, quando autorizzati, prevede l'utilizzo di plastilina o stucco da vetro ritrattati.
L'utilizzo di materiali inadeguati rischia di danneggiare le incisioni ed è strettamente proibita per uso amatoriale. Un mezzo per ottenere delle copie che ne permettano lo studio è il ricalco a carboncino (frottage).
Luoghi di ritrovamento In Italia sono molti i siti in cui si trovano incisioni rupestri, specialmente nell'arco alpino. Sono state fatte in un arco di tempo approssimativamente compreso tra ilneolitico e e la tradizione si è interrotta in coincidenza con la conquista di Rezia ed arco alpino sotto Augusto.
Liguria Disegno delle incisioni rupestri al Ciappo delle ConcheL'Appennino Ligure occidentale è disseminato di siti dove si trovano incisioni rupestri. Sono documenti risalenti all'epoca neolitica e all'età del ferro.
Ciappo delle conche 44°21′29″N 8°34′0″W
Ubicazione del Ciappo delle ConcheIl "Ciappo (pietra) delle conche", (in genovese detta Ciappo de Cunche) è un sito archeologico preistorico, costituito da un lastrone di pietra di circa 30 m2 sul quale sono incise 30 figure e scavate 7 vaschette. Il sito si trova sulle alture di Finale Ligure, in prossimità di Orco Feglino e poco più in basso della cima sul pendio meridionale del Monte Cucco.
Calco in gesso di una incisione rupestre rappresentante una figura umana al Ciappo delle Conche, presso Finale LigureSul lastrone roccioso degradante verso sud, si trovano le incisioni rupestri, non ben visibili se il sole è alto. I graffiti sono profondi e fatti sulla roccia con una superficie aspra. L'altezza delle figure varia da pochi centimetri a più di un metro e si distinguono in tre categorie:
- segni cruciformi, interpretati come immagini simboliche dell'uomo: alcuni di questi segni, di circa 20 cm di altezza, sono radunati in gruppi, interpretati come "famiglie", mentre un'unica figura, alta 1,3 m, raffigura forse un guerriero;
- figure di significato ignoto, a forma di rette e curve
- sistemi di vaschette, per raccogliere acqua piovana o altri liquidi.
Ciappo del sale Il "Ciappo del sale" (in genovese detto Ciappu du sa), si trova nell'immediato entroterra del finalese, a 320 m s.l.m., vicino al paese di Portio Revelli, in località Rocca degli Uccelli, a metà strada su una mulattiera che conduce verso la località di Rocca di Corno. Dei tre "ciappi" con incisioni rupestri nel finalese, è il più comodo e accessibile.
La roccia si presenta piatta, di forma pentagonale irregolare, con il lato più lungo di 37 m e quello più corto di 7 m. Presenta incisioni rupestri simili a quelle del "Ciappo delle conche" e del "Ciappo dei ceci", con figure umane a forma di croce, vaschette, coppelle e altre figure di ignoto significato, come una figura rotondeggiante a raggiera unita ad un triangolo e una figura rotondeggiante irregolare con un punto nel centro.
Lungo il lato più lungo della pietra, si scorgono ancora oggi tracce sul calcare del passaggio dei mulattieri e dei buoi aggiogati ai carri, come è rappresentato in tante incisioni rupestri della Valle delle Meraviglie.
Pietra delle coppelle all'Acquasanta di Voltri, in provincia di GenovaLa "Pietra delle coppelle", scoperta nel 1908 da Arturo Issel, si trova sulle Giutte, sopra Acquasanta di Voltri (GE), in località "Bric Caramello", a quota di 510 m s.l.m.
itinerario da Giutte dell'Acquasanta di Voltri alla pietra delle coppelleLa roccia è ricoperta da qualche centinaio di cavità rotonde di varie dimensioni, da 1/2 cm a 2 cm, chiamate coppelle, e da figure geometriche stilizzate, filiformi o a forma di croce, di significato antropomorfo. È presente inoltre un tetraedro scavato, con la punta orientata verso nord, con 35 coppelle delimitanti in un'area circolare. Si riconoscono anche affilatoi a polissoir.
Molte di queste coppelle e croci sono sicuramente preistoriche, mentre altre sono di epoca medioevale: è difficile stabirne con precisione l'epoca, essendo possibile che gruppi cronologicamente diversi siano mischiati tra loro e in mancanza di un contesto archeologico.
La pietra si trova su un antico percorso che parte dalla costa (tra Sestri Ponente e Voltri) e si dirige verso l'interno alle Capanne di Marcarolo, punto di incontro a metà strada per lo scambio tra i prodotti della pastorizia della tribù celto-ligure dei Dectunini, provenienti da Voltaggio, Gavi Ligure e Novi Ligure nell'interno, e il sale portato dai Liguri della costa. La frequente presenza di coppelle lungo le "vie del sale", che dalla costa penetravano nell'interno, ne ha suggerito l'interpretazione come segnalazioni di un confine (che potrebbe essere confermato dalla presenza degli affilatoi per coltelli), ovvero come unità di misura di riferimento (sono infatti spesso presenti in numeri ricorrenti). Un'altra interpretazione è quella archeoastronomica.
Poco distante, verso ovest, in località Giandotto sotto il Poggio, su di un'altra roccia sono state più di recente, riconosciute incisioni rupestri con scene di caccia, di epoca preistorica.
Attorno al Monte Beigua esistono molte iscrizioni, sebbene la patina di ossidazione superficiale della roccia non consenta delle datazioni precise. Nel territorio dei comuni di Urbe e di Sassello, ed entro il Parco regionale del Beigua, sono presenti molte incisioni con forme a phi, cruciformi, stellate o vulvari. I siti sono quelli di "Grande Roccia", "Pietra Scritta", "Dolmen", "Roccia della Biscia".
Lombardia Val CamonicaIncisioni rupestri a Foppe di NadroPer approfondire, vedi la voce Incisioni rupestri della Valcamonica.La Val Camonica (il nome deriva dalla popolazione dei Camuni), è una valle lombarda delle Alpi centrali situata a nord del lago d'Iseo.
È la "capitale" dell'arte rupestre alpina. Con oltre 300mila figure incise conserva la più alta concentrazione di petroglifi e si presenta come il punto di riferimento scientifico per la ricerca nel campo dell'archeologia rupestre. La grande quantità di figure, come al Monte Bego, è dovuta al particolare supporto roccioso, un'arenaria di origine permiana (o verrucano lombardo), a grana molto fine e cemento siliceo, fortemente levigata dai ghiacciai.
Poche figure più antiche risalgono alla fine del paleolitico (animali di grandi dimensioni, cervi, alci), ma la massima fioritura dell'arte rupestre camuna ebbe inizio alla fine del neolitico (metà del IV millennio a.C.), con la raffigurazione schematica di campi coltivati (le cosiddette "mappe" o "incisioni topografiche"), in corrispondenza con l'introduzione di pratiche agricole più evolute e con l'invenzione dell'aratro. Nella successiva età del rame (III millennio a.C.) seguì la raffigurazione di statue-stele e di composizioni monumentali (figure umane, pugnali, asce, scene di aratura a traino bovino, cervi e bovini allineati), di probabile significato e funzione rituale. Con l'età del bronzo antico e medio (figure di armi, asce, pugnali) questo primo grande ciclo termina.
Il secondo ciclo ha inizio con l'età del bronzo medio-recente (metà del II millennio a.C.), con la raffigurazione di figure umane schematiche (i cosiddetti "oranti"). L'età del ferro (80% di tutte le figure, I millennio a.C.) vede un notevole incremento del numero delle figure, delle rocce e dei soggetti incisi: guerrieri (corredati di spade, lance, asce, scudi, elmi...), duellanti, cavalieri, cacciatori, pugili, cervi, cani, oche, uccelli acquatici, grani e dispense, "rose camune". L'arrivo dei Romani (16 a.C.) segna la fine del ciclo istoriativo camuno, proseguito in epoche successive (particolarmente nel medioevo) solo in maniera sporadica.
Nella Valtellina, pietre incise sono presenti a Teglio, dove sono diffuse su tutto il territorio esposto a mezzogiorno, con raffigurazioni di varia natura incise su rocce affioranti levigate, e a Grosio, presso il Castello.
Piemonte Pietre incise sono presenti in val Chisone ("Cro' da lairi", "Pera d'la cru'"), in val di Susa (incisioni del Vallone Gravio), in Val Sangone ("Roc dl'Ursi", "Coazze").
In Val Maira, vi è una massiccia presenza di incisioni rupestri di tipo coppelliforme, altre interessanti si trovano sempre in Provincia di Cuneo, in Valle Varaita, in Valle Po e Valle Grana (Loc. Campo Fey antropomorfi sessuati). La maggior parte delle incisioni rupestri censite in queste valli, sono ad opera di1991diRiccardo Baldi, del "Centro studi di arte preistorica di Pinerolo. Da vedere quelle presenti sul colle di Valmala a [Roccere] (Comune di Roccabruna) un Antropomorfo di cm 113x138, diverse altre figurazioni e circa 5000 coppelle.
Pera dij Crus, ValchiusellaNell'alta Valchiusella vi sono due siti importanti:
- la cosiddetta Pera dij Crus, nella val Dordogna, sopra la frazione di Tallorno: si tratta un masso isolato di circa 10 m2, con numerose incisioni cruciformi e antropomorfe e coppelle
- Sentiero delle anime, che parte dal paese di Traversella, lungo il quale su numerosi massi sono presenti soprattutto incisioni cruciformi.
Toscana Tra le province di Pistoia e Prato sono state ritrovate molte incisioni rupestri con figure a coppelle, tipi a ogiva, tipi cruciformi anche antropomorfi (pera dij cros), segni a phi.
Nella zona di Carrara, sul Monte Sagro sono presenti incisioni rappresentanti lame pennate sulla parete nord, tra i 900 e 1000 m di altitudine.
Anche in Garfagnana e nelle zone limitrofe sono presenti iscrizioni rupestri: in Garfagnana alcuni massi coppellati sono situati presso antichi luoghi di culto divenuti successivamente santuari alpestri cristiani, come nel caso del santuario di San Viano presso Campocatino di Vagli Sotto (LU).
Val d'Aosta Il prolungamento dell'Haute Marianne (savoiarda) che si estende nella Val d'Aosta contiene incisioni rupestri nello stesso stile del versante francese.
Lillianes Nella località Plan de Sorcieres (localmente Sciusciere), nel settembre 2007 sono stati riconosciuti alcuni massi di diverse dimensioni, lavorati a coppelle. Di questi il più grande (circa 2x1,80 m) riporta numerose coppelle di dimensioni approssimative fra 5 e 12 cm di diametro. L'archeoastronomo valdostano Guido Cossard, ha ipotizzato di collegare la disposizione delle coppelle alla costellazione delle Pleiadi così come doveva apparire 5-6.000 anni fa. D'altronde, secondo lo stesso archeoastronomo la medesima disposizione delle sette coppelle sarebbe osservabile su un masso di dimensioni minori.
Sicilia Grotta del Genovese si trova sull'isola di Levanzo (Egadi), a nord ovest del piccolo centro abitato. Si apre nelle rocce calcaree che costituiscono l'isola e venne abitata alla fine del paleoliticosuperiore (tra 10.000 e 6.000 anni a.C.). La grotta conserva immagini di animali del Quaternario (Cervus elephas, il Bos primigenius e l'Equus hydruntinus), insieme ad alcune figure umane con maschere a testa di uccello simili a quelle delle grotte dell'Addaura. Oltre a queste vi sono dipinte figure palesemente più recenti, colorate in nero e rosso (figure umane maschili e femminili insieme a mammiferi e pesci tra cui il tonno).
Grotte dell'Addaura Le grotte dell'Addaura, che si aprono sul fianco nord-orientale del Monte Pellegrino, a sud ovest della spiaggia di Mondello, furono abitate nel paleolitico e nel mesolitico: vi furono rinvenuti ossa e strumenti utilizzati per la caccia, e presentano sulle pareti un complesso di incisioni rupestri che costituiscono un caso unico nel panorama dell’arte rupestre preistorica.
In una delle grotte le incisioni, databili fra l'epigravettiano finale e il mesolitico raffigurano uomini ed animali: in mezzo a numerosi bovidi, cavalli selvatici e cervi, viene rappresentata una scena dominata da un gruppo di personaggi, disposti in circolo, che circonda due figure centrali con il capo coperto ed il corpo fortemente inarcato all’indietro. L'interpretazione della scena è discussa: secondo alcuni studiosi si potrebbe trattare di acrobati, mentre altri ritengono venga raffigurato un rito che prevedeva il sacrificio di due persone, guidate da sciamani; le due figure mascherate ai lati dei personaggi centrali potrebbero essere inoltre sciamani che assistono ad una cerimonia d’iniziazione.
Algeria Petroglifo del Tassili n'Ajjer
Giordania Petroglifo del Wadi Rum
Francia Provenza Valle delle Meraviglie si trova sul confine italo-francese, nelle Alpi Marittime, vicino a San Dalmazzo di Tenda e contiene una importante raccolta di incisioni rupestri, costituita da circa 40.000 immagini, incise principalmente sul Monte Bego e dintorni, tra la Valle del Roia, che collega lariviera ligure di ponente al Piemonte, per mezzo del Colle di Tenda, e la val Gordolasca, che serve la zona di Nizza.
Le incisioni rupestri si trovano ad una altitudine da 1.900 a 2.600 m s.l.m., oltre che nella "Valle delle Meraviglie" e nella val Fontanalba, anche nella Valauretta e nella Valmasca. Un piccolo gruppo di figure dello stesso tipo ma fuori da quest'area, si trovano al Colle del Sabbione, lungo i sentieri che discendono versoCuneo, fino al Lago del Vei del Bouc, sopra ad Entracque.
La valle era stata da epoche antichissime meta della transumanza estiva proveniente dalla costa, dalla pianura del Cuneese e dalle valli interne, entro un raggio di circa 30 km. Le impronte podaliche lasciate dall'uomo di Neanderthal, indicano che la valle era frequentata già a partire da 300.000-50.000 anni fa, mentre le figure incise sulla roccia risalgono all'uomo di Cro-Magnon, a partire da circa 46.000 anni fa.
Nel 1460 le prime notizie sulle figure della valle vennero riportate in una lettera alla moglie scritta da Pierre de Monfort, un viaggiatore che la attraversò, descrivendola come un luogo infernale, con figure di diavoli e mille demoni scolpiti dappertutto sulle rocce. Nel 1650 Pietro Gioffredo, uno storico di Nizza, descrisse le figure, interpretandole come incise per passatempo da pastori preistorici. Nel 1877 lo studioso Émile Rivière rilevò e descrisse 408 figure identificandole, per la prima volta, con animali, armi e strumenti. Nel 1885 Clarence Bicknell, un ricco pastore inglese residente a Bordighera, dedicò trent'anni alla ricerca e allo studio delle incisioni, segnalandone circa 20.000. In seguito si susseguirono le pubblicazioni di studiosi sulle figure incise del Monte Bego e delle valli limitrofe, in particolare sulla rivista "Annali liguri di storia patria".
Le incisioni rupestri appaiono scolpite in "posa" statica, senza ordine e senza proporzioni fra di loro e con la realtà. Le loro dimensioni variano da pochi centimetri a qualche metro, essendo in media di circa 20 cm d'altezza e 10 cm di larghezza. Talvolta sono concentrate in gruppi, che globalmente assumono un significato monumentale complesso, come se fosse una processione. Molti segni appaiono modificati e sovrapposti nel tempo, altri sono appena percettibili alla luce radente dell'alba.
Esistono 3 grandi gruppi di figure, suddivise secondo il modo di esecuzione, che sono state eseguite tra il 3000 a.C. ca. e il 14 a.C., epoca della conquista romana.
- Un primo gruppo comprende figure realizzate con una fitta punteggiatura, eseguita per picchettamento con punta metallica o punta litica dura. Si tratta di circa 37.000 figure, che rappresentano animali cornuti, aratri, armi e strumenti, figure umane, capanne e poderi (che sembrano planimetrie per delimitare i confini di zone agricole e di pascolo, con sentieri e fonti), recinti d'animali, pelli, paramenti, trappole per animali. Alle figure si aggiungono segni geometrici, come quadrati, cerchi, rettangoli, punti, croci, stelle e altri segni di incerto significato. Alcune figure umane sono particolarmente significative (il volto del sourcier, o "rabdomante", il chief tribù, o capotribù, colpito alla testa da un pugnale e altri personaggi di tipo sciamanico o mitologico). Il cosiddetto "volto del Cristo" è invece probabilmente una realizzazione moderna.
- Il secondo gruppo è costituito da incisioni sottili, accompagnate da piccoli segni graffiti per strisciamento con punte metalliche. Si tratta di circa 3.000 figure, con fasci di linee a forma d'albero, figure antropomorfe, segni a pettine, a meandro, a zig-zag, a reticolo, animali come uccelli, ma anche ricci di mare e meduse. Esistono anche figure in abbigliamento medioevale e scritte con i nomi dei paesi dei dintorni (Tenda, Briga in val Roia, Triora, corte e in villaggi vicini alla valle Argentina, Pigna, Dolceacqua e altri paesi della val Nervia, da cui provenivano i pastori).
- Un terzo gruppo comprende pitture rupestri in ocra rossa, probabilmente di epoca neolitica, che raffigurano una caccia con l'arco allo stambecco.
Libia Petroglifo nel Tadrart AcacusTadrart Acacus
In Marocco Ad Oukaimeden, località di montagna nell'Alto Atlante, a 74 km da Marrakech, sono frequenti incisioni rupestri raffiguranti animali e dischi (forse dischi solari), il più grande dei quali ha un diametro di 20-30 cm
Stati Uniti California Nella Valle della Morte sono state trovate incisioni rupestri in tre luoghi: "Titus Canyon", "Marble Canyon" e "Mesquite Flats".
Perú Nel Parco nazionale di Manu (Madre de Dios), vi sono i petroglifi di Pusharo, enigmatici intagli dall'origine incerta.
Storia della pittura link
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