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PITTURA CAROLINGIA
Quasi la totalità della pittura monumentale legata alla committenza imperiale o comunque di alto livello è andata perduta, per cui i rarissimi esempi di opere rimaste rivestono una grande importanza.
Saint-Germain d'AuxerreAuxerre, cripta di Saint-Germain,Lapidazione di Santo Stefano,
Tra questi, uno dei più interessanti, è rappresentato dagli affreschi della cripta di Saint Germain d'Auxerre, in Francia, databili tra l'847 e l'857 e riscoperti solo nel 1927. Le pareti sono trattate con decorazioni di finti elementi architettonici (volte a crociera, fregi e altro), all'interno dei quali sono disegnate alcune lunette istoriate con scene di santi. Una riporta la Lapidazione di Santo Stefano ed è interessante come il pittore si attento alla dinamica delle figure, ritraendo con verosimiglianza i gesti e le espressioni facciali, ma lasci lo sfondo vagamente indeterminato, con una chiesa dalla quale esce il santo incongruente per dimensioni (la porta arriva appena alla vita dei personaggi) e per prospettiva (un po' frontale e un po' "a volo d'uccello").
Area alpinaMüstair, chiesa di San Giovanni,Guarigione dell'Emorroissa, 830 circaAltre testimonianze del periodo carolingio si trovano concentrate nell'arco alpino centro-orientale, dove furono fondati molti monasteri a sorvegliare le vie transalpine. A Müstair resta un ciclo di affreschi con Storie dell'Antico e Nuovo Testamento, dell'830 circa, nella chiesa di San Giovanni, molto danneggiato e giudicabile solo nell'insieme. Una delle scene più integre è la Guarigione dell'Emorroissa, dove si nota un tratto rapido, con pochi colori, che sovrappone le campiture ritoccando poi con lumeggiature, le quali oggi sono quasi completamente invisibili. La tecnica e lo stile rimandano agli affreschi della chiesa di Santa Maria Foris Portas a Castelseprio, in Lombardia (si veda il prossimo paragrafo), per cui è pensato che a Müstair avesse lavorato un maestro lombardo o che comunque aveva conoscenza diretta delle esperienze pittoriche in tale regione.
Meglio conservati sono gli affreschi nell'abside della chiesa di San Benedetto a Malles, con due ritratti idealizzati dei fondatori della chiesa, un tempo incorniciati da stucchi oggi perduti.
Nella Chiesa di San Procolo a Naturno, sempre del IX secolo, restano alcuni affreschi dal linearismo bidimensionale, che ricordano la sintesi di alcuniscriptoria di miniatura, come Kremsmünster e Salisburgo, oppure la scultura longobarda del secolo precedente, come l'altare del Duca Ratchis diCividale.
CastelseprioClipeo con il Cristo benedicenteResta enigmatica l'attribuzione al periodo carolingio di un ciclo di importantissimi affreschi ritrovati nella chiesa di Santa Maria foris portas a Castelseprionel 1944; la chiesa ed il territorio circostante pare fossero appartenuti a Leone di Seprio, conte di Milano, e poi di suo figlio Giovanni il quale aveva dei contatti con la corte imperiale di Ludovico il Pio. Gli affreschi che risultano particolarmente danneggiati ci testimoniano però l'altissimo valore artistico del ciclo: nell'abside è raffigurato il Cristo Pantocrator, alla maniera bizantina, e il resto degli affreschi rappresentano scene della vita di Cristo, spesso desunte dai vangeli apocrifi come ilprotovangelo di Giacomo o pseudo Matteo; dall'eccezionale fluidità dei gesti dei personaggi, raffinatezza compositiva, gusto prospettico per lo sfondo, tali affreschi sono da considerarsi un unicum nel panorama pittorico di tutto l'Alto Medioevo. Riguardo allo stile lo studioso Kitzinger ha parlato, in relazione a tali affreschi, dibizantinismo e si è ipotizzato che l'autore del ciclo fosse un artista orientale in fuga dall'oriente, ipotesi non del tutto azzardata poiché se prendiamo buona la datazione carolingia dobbiamo tener presente che l'oriente costantinopolitano era a quel tempo lacerato al suo interno dall'iconoclastia; pertanto l'attenzione per il tema dell'incarnazione di Cristo, insita nelle scene neotestamentarie a Santa Maria foris portas sarebbe ampiamente giustificata.
Similmente a quanto avviene per gli affreschi di Castelseprio, si discute se considerare la decorazione architettonica della chiesa di Santa Maria in Valle a Cividale del Friuli ancora come frutto della cultura artistica longobarda oppure carolingia; va comunque ribadito come quell'area (ed in generale tutto la Langobardia Maior) era stata valicata già una prima volta dai Franchi sotto Pipino il Breve (chiamati da Papa Stefano II) come preludio alla definitiva conquista carolingia nel 774 ad opera diCarlo Magno.
Saint-Germain d'AuxerreAuxerre, cripta di Saint-Germain,Lapidazione di Santo Stefano,
Tra questi, uno dei più interessanti, è rappresentato dagli affreschi della cripta di Saint Germain d'Auxerre, in Francia, databili tra l'847 e l'857 e riscoperti solo nel 1927. Le pareti sono trattate con decorazioni di finti elementi architettonici (volte a crociera, fregi e altro), all'interno dei quali sono disegnate alcune lunette istoriate con scene di santi. Una riporta la Lapidazione di Santo Stefano ed è interessante come il pittore si attento alla dinamica delle figure, ritraendo con verosimiglianza i gesti e le espressioni facciali, ma lasci lo sfondo vagamente indeterminato, con una chiesa dalla quale esce il santo incongruente per dimensioni (la porta arriva appena alla vita dei personaggi) e per prospettiva (un po' frontale e un po' "a volo d'uccello").
Area alpinaMüstair, chiesa di San Giovanni,Guarigione dell'Emorroissa, 830 circaAltre testimonianze del periodo carolingio si trovano concentrate nell'arco alpino centro-orientale, dove furono fondati molti monasteri a sorvegliare le vie transalpine. A Müstair resta un ciclo di affreschi con Storie dell'Antico e Nuovo Testamento, dell'830 circa, nella chiesa di San Giovanni, molto danneggiato e giudicabile solo nell'insieme. Una delle scene più integre è la Guarigione dell'Emorroissa, dove si nota un tratto rapido, con pochi colori, che sovrappone le campiture ritoccando poi con lumeggiature, le quali oggi sono quasi completamente invisibili. La tecnica e lo stile rimandano agli affreschi della chiesa di Santa Maria Foris Portas a Castelseprio, in Lombardia (si veda il prossimo paragrafo), per cui è pensato che a Müstair avesse lavorato un maestro lombardo o che comunque aveva conoscenza diretta delle esperienze pittoriche in tale regione.
Meglio conservati sono gli affreschi nell'abside della chiesa di San Benedetto a Malles, con due ritratti idealizzati dei fondatori della chiesa, un tempo incorniciati da stucchi oggi perduti.
Nella Chiesa di San Procolo a Naturno, sempre del IX secolo, restano alcuni affreschi dal linearismo bidimensionale, che ricordano la sintesi di alcuniscriptoria di miniatura, come Kremsmünster e Salisburgo, oppure la scultura longobarda del secolo precedente, come l'altare del Duca Ratchis diCividale.
CastelseprioClipeo con il Cristo benedicenteResta enigmatica l'attribuzione al periodo carolingio di un ciclo di importantissimi affreschi ritrovati nella chiesa di Santa Maria foris portas a Castelseprionel 1944; la chiesa ed il territorio circostante pare fossero appartenuti a Leone di Seprio, conte di Milano, e poi di suo figlio Giovanni il quale aveva dei contatti con la corte imperiale di Ludovico il Pio. Gli affreschi che risultano particolarmente danneggiati ci testimoniano però l'altissimo valore artistico del ciclo: nell'abside è raffigurato il Cristo Pantocrator, alla maniera bizantina, e il resto degli affreschi rappresentano scene della vita di Cristo, spesso desunte dai vangeli apocrifi come ilprotovangelo di Giacomo o pseudo Matteo; dall'eccezionale fluidità dei gesti dei personaggi, raffinatezza compositiva, gusto prospettico per lo sfondo, tali affreschi sono da considerarsi un unicum nel panorama pittorico di tutto l'Alto Medioevo. Riguardo allo stile lo studioso Kitzinger ha parlato, in relazione a tali affreschi, dibizantinismo e si è ipotizzato che l'autore del ciclo fosse un artista orientale in fuga dall'oriente, ipotesi non del tutto azzardata poiché se prendiamo buona la datazione carolingia dobbiamo tener presente che l'oriente costantinopolitano era a quel tempo lacerato al suo interno dall'iconoclastia; pertanto l'attenzione per il tema dell'incarnazione di Cristo, insita nelle scene neotestamentarie a Santa Maria foris portas sarebbe ampiamente giustificata.
Similmente a quanto avviene per gli affreschi di Castelseprio, si discute se considerare la decorazione architettonica della chiesa di Santa Maria in Valle a Cividale del Friuli ancora come frutto della cultura artistica longobarda oppure carolingia; va comunque ribadito come quell'area (ed in generale tutto la Langobardia Maior) era stata valicata già una prima volta dai Franchi sotto Pipino il Breve (chiamati da Papa Stefano II) come preludio alla definitiva conquista carolingia nel 774 ad opera diCarlo Magno.