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Cenni sulla Pittura
La pittura è l'arte che consiste nell'applicare pigmenti sospesi in un elemento portante (o in un mezzo) ed un agente collante ad un supporto come la carta, la tela, la seta, la ceramica, il legno, il vetro o un muro. Il processo in pratica consiste nel cospargere di colore una superficie. I segni iconici che ne risultano definiscono la natura dell'opera su un piano semantico, a seconda delle intenzioni dell'autore, in un libero gioco tra figurazione, impiego libero delle forme o qualsiasi altro utilizzo del medium pittorico in ambito artistico.
Chi dipinge è detto pittore o pittrice.
La pittura intesa come forma artistica non è una meccanica apposizione di colore a un disegno, ma è un'arte che pone dei problemi più complessi: la resa del colore, le variazioni di tono, lo studio di luci ed ombre, l'illusione di spazi naturalistici, la ricchezza della tecnica (con smalti, impasti, velature...). Nelle civiltà più antiche non esisteva ancora l'accento su tali questioni, per cui si ebbero produzioni anche di grande raffinatezza, ma definibili solo come "disegno colorato" (si pensi ad esempio all'arte egiziana). Questi problemi poterono dirsi risolti solo dall'arte greca in poi, a partire dal V secolo a.C. con pieno sviluppo documentabile in tutto il IV secolo a.C. e da allora entrarono a far parte della cultura mediterranea e europea con alterne vicende.
Pittura come arte maggiore La pittura gode un posto di primo piano su tutte le arti. Basti pensare a come il concetto stesso di "opera d'arte" (visiva) sia più spontaneamente associato a dipinti piuttosto che a sculture o opere di architettura, per non parlare poi delle cosiddette "arti minori". Oltre ai fattori storici che hanno determinato la divisione tra arti "maggiori" e "minori" (Leon Battista Alberti distingueva gli aspetti intellettuali rispetto a quelli manuali, secondo una definizione fatta propria poi dalle Accademie nel XVII secolo e da esse canonizzate), la pittura ha un'innegabile facilità di fruizione rispetto alle altre forme artistiche.
Quale opera bidimensionale non necessita di particolari sforzi per essere percepita: basta guardarla frontalmente, a differenza di una scultura che si esprime su tre dimensioni, per non parlare della maggiore complessità delle architetture. Ciò significa anche una immensamente maggiore fruibilità, si pensi alla semplice economicità delle riproduzioni fotografiche di pittura, che possono circolare con estrema facilità, impossibile per le opere d'arte tridimensionali.
Witelo, un matematico e fisico del XIII secolo originario della Slesia, scriveva che "L'occhio non può comprendere la forma vera delle cose con il semplice sguardo (aspectus), ma sì con l'intuizione diligente (obtudus)". Mentre l' aspectus, semplice visione esteriore, è sufficiente per la pittura e gran parte della scultura, l' obtudus, inteso come sguardo penetrante, raziocinante, è necessario ad esempio per comprendere un'opera architettonica.
Tecniche pittoriche Esistono molti tipi di tecniche pittoriche, che si differenziano sia per i materiali e gli strumenti usati sia per le superfici sulle quali è eseguita l'opera. VEDI POST SUCCESSIVO
Le prime superfici sulle quali l'uomo realizzò primitive forme d'arte pittorica, geometrica e figurativa, furono le pareti di una caverna oppure di una casa o di un tempio.
Nel Medioevo il supporto preferito dai pittori era la tavola di legno, per poi passare con il tempo alla tela, con la quale si ovviò al problema del peso e della relativa instabilità del pannello ligneo.
Altri supporti possono essere: la carta, il metallo, il vetro, la seta, una parete e qualunque altra superficie in grado di mantenere in modo permanente il colore; infatti una eventuale degradazione del dipinto in un lasso di tempo breve costituirebbe, più che un'opera pittorica, una performance artistica.
Classificazione delle tecniche pittoriche in base al loro supporto
Nell'esecuzione di opere pittoriche, poi, oltre ad una vasta gamma di superfici e di colori che possono presentarsi puri - pigmenti - o più normalmente già uniti al cosiddetto medium - paste, resine, oli, emulsioni -, si aggiunge la possibilità di utilizzare vari strumenti: pennelli, spatole, aerografo, spray, punte ed anche attrezzi che non nascono per uso artistico ma che vi sono adattati dalla perizia o dalla fantasia dell'artista.
L'elenco non può considerarsi né esauriente, né tassativo, in quanto possono essere utilizzate, oltre alle superfici più varie, anche tecniche e materiali eterogenei, realizzandosi così opere a tecnica mista (ad esempio il collage con la pittura) o opere polimateriche (ad esempio colori uniti od abbinati a tessuti, carte, materiali inerti, oggetti).
Altre forme particolari di arti figurative possono essere mosaico, l'arazzo o il ricamo.
La pittura ad olio fa la sua comparsa solo verso la metà del secolo XV, nella regione delle Fiandre. Gradatamente sostituisce la tecnica pittorica dominante fino a quel momento, la tempera (su tavola o su tela). In realtà sembra che già nell'antica Grecia esistesse qualcosa di simile all'olio, come si evince anche da alcuni passi della Naturalis Historia di Plinio il Vecchio. Tuttavia la sua invenzione storica va attribuita a Jan ed Hubert van Eyck, fratelli pittori di Bruges, tanto cheGiorgio Vasari, nella sua Introduzione alle "Vite de' più celebri pittori, scultori e architettori" scrive che «fu una bellissima invenzione e di gran comodità all'arte della pittura, il trovare il colorito ad olio; di che fu primo inventore in Fiandra Giovanni da Bruggia, il quale mandò la tavola a Napoli al re Alfonso [...]».
In realtà sono note opere di artisti fiamminghi di datazione antecedente a quelle dei dipinti del primo periodo di Jan van Eyck, eseguite ugualmente con la tecnica in questione, come per esempio la tavola raffigurante Il buon ladrone crocifisso attribuita ad un pittore noto come Maestro di Flémalle (Robert Campin), risalente al 1410 circa.
Chi dipinge è detto pittore o pittrice.
La pittura intesa come forma artistica non è una meccanica apposizione di colore a un disegno, ma è un'arte che pone dei problemi più complessi: la resa del colore, le variazioni di tono, lo studio di luci ed ombre, l'illusione di spazi naturalistici, la ricchezza della tecnica (con smalti, impasti, velature...). Nelle civiltà più antiche non esisteva ancora l'accento su tali questioni, per cui si ebbero produzioni anche di grande raffinatezza, ma definibili solo come "disegno colorato" (si pensi ad esempio all'arte egiziana). Questi problemi poterono dirsi risolti solo dall'arte greca in poi, a partire dal V secolo a.C. con pieno sviluppo documentabile in tutto il IV secolo a.C. e da allora entrarono a far parte della cultura mediterranea e europea con alterne vicende.
Pittura come arte maggiore La pittura gode un posto di primo piano su tutte le arti. Basti pensare a come il concetto stesso di "opera d'arte" (visiva) sia più spontaneamente associato a dipinti piuttosto che a sculture o opere di architettura, per non parlare poi delle cosiddette "arti minori". Oltre ai fattori storici che hanno determinato la divisione tra arti "maggiori" e "minori" (Leon Battista Alberti distingueva gli aspetti intellettuali rispetto a quelli manuali, secondo una definizione fatta propria poi dalle Accademie nel XVII secolo e da esse canonizzate), la pittura ha un'innegabile facilità di fruizione rispetto alle altre forme artistiche.
Quale opera bidimensionale non necessita di particolari sforzi per essere percepita: basta guardarla frontalmente, a differenza di una scultura che si esprime su tre dimensioni, per non parlare della maggiore complessità delle architetture. Ciò significa anche una immensamente maggiore fruibilità, si pensi alla semplice economicità delle riproduzioni fotografiche di pittura, che possono circolare con estrema facilità, impossibile per le opere d'arte tridimensionali.
Witelo, un matematico e fisico del XIII secolo originario della Slesia, scriveva che "L'occhio non può comprendere la forma vera delle cose con il semplice sguardo (aspectus), ma sì con l'intuizione diligente (obtudus)". Mentre l' aspectus, semplice visione esteriore, è sufficiente per la pittura e gran parte della scultura, l' obtudus, inteso come sguardo penetrante, raziocinante, è necessario ad esempio per comprendere un'opera architettonica.
Tecniche pittoriche Esistono molti tipi di tecniche pittoriche, che si differenziano sia per i materiali e gli strumenti usati sia per le superfici sulle quali è eseguita l'opera. VEDI POST SUCCESSIVO
Le prime superfici sulle quali l'uomo realizzò primitive forme d'arte pittorica, geometrica e figurativa, furono le pareti di una caverna oppure di una casa o di un tempio.
Nel Medioevo il supporto preferito dai pittori era la tavola di legno, per poi passare con il tempo alla tela, con la quale si ovviò al problema del peso e della relativa instabilità del pannello ligneo.
Altri supporti possono essere: la carta, il metallo, il vetro, la seta, una parete e qualunque altra superficie in grado di mantenere in modo permanente il colore; infatti una eventuale degradazione del dipinto in un lasso di tempo breve costituirebbe, più che un'opera pittorica, una performance artistica.
Classificazione delle tecniche pittoriche in base al loro supporto
- Sulle pareti abbiamo l'affresco, il murale, il graffito e l'encausto.
- Su tavola abbiamo la pittura a tempera, i colori ad olio ed i colori acrilici.
- Su carta abbiamo il pastello, la pittura a tempera, l'acquerello e il guazzo o guache.
- Su tela abbiamo la tempera, la pittura ad olio e la pittura acrilica.
- Su ceramica abbiamo le pitture vascolari con ossidi e fondenti.
- Su seta ed altre stoffe abbiamo il batik, lo Shibori, il Serti e l'acquerello.
Nell'esecuzione di opere pittoriche, poi, oltre ad una vasta gamma di superfici e di colori che possono presentarsi puri - pigmenti - o più normalmente già uniti al cosiddetto medium - paste, resine, oli, emulsioni -, si aggiunge la possibilità di utilizzare vari strumenti: pennelli, spatole, aerografo, spray, punte ed anche attrezzi che non nascono per uso artistico ma che vi sono adattati dalla perizia o dalla fantasia dell'artista.
L'elenco non può considerarsi né esauriente, né tassativo, in quanto possono essere utilizzate, oltre alle superfici più varie, anche tecniche e materiali eterogenei, realizzandosi così opere a tecnica mista (ad esempio il collage con la pittura) o opere polimateriche (ad esempio colori uniti od abbinati a tessuti, carte, materiali inerti, oggetti).
Altre forme particolari di arti figurative possono essere mosaico, l'arazzo o il ricamo.
La pittura ad olio fa la sua comparsa solo verso la metà del secolo XV, nella regione delle Fiandre. Gradatamente sostituisce la tecnica pittorica dominante fino a quel momento, la tempera (su tavola o su tela). In realtà sembra che già nell'antica Grecia esistesse qualcosa di simile all'olio, come si evince anche da alcuni passi della Naturalis Historia di Plinio il Vecchio. Tuttavia la sua invenzione storica va attribuita a Jan ed Hubert van Eyck, fratelli pittori di Bruges, tanto cheGiorgio Vasari, nella sua Introduzione alle "Vite de' più celebri pittori, scultori e architettori" scrive che «fu una bellissima invenzione e di gran comodità all'arte della pittura, il trovare il colorito ad olio; di che fu primo inventore in Fiandra Giovanni da Bruggia, il quale mandò la tavola a Napoli al re Alfonso [...]».
In realtà sono note opere di artisti fiamminghi di datazione antecedente a quelle dei dipinti del primo periodo di Jan van Eyck, eseguite ugualmente con la tecnica in questione, come per esempio la tavola raffigurante Il buon ladrone crocifisso attribuita ad un pittore noto come Maestro di Flémalle (Robert Campin), risalente al 1410 circa.
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