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le notizie sui pittori sono state prese da Wikipedia ed i video da Youtube
Fauves
matisse
Con il termine fauves (in francese "belve") si indica un gruppo di pittori, per lo più francesi, che all’inizio del Novecento diedero vita ad un’esperienza di breve durata temporale, ma di grande importanza nell’evoluzione dell’arte. Questa corrente è anche detta fauvismo.
Il gruppo dei fauves"Bestie selvagge" è l'espressione francese che fu adottata - inizialmente in senso dispregiativo - per un gruppo d'artisti che tenne la propria collettiva al Salon d'Automnedi Parigi nell'anno 1905. Il primo ad utilizzare il termine fauves fu un critico d’arte, precisamente Vauxcelles, che definì la sala in cui esponevano questi artisti come una"cage aux fauves" cioè una "gabbia delle belve", per la “selvaggia” violenza espressiva del colore, steso in tonalità pure; secondo De Micheli il termine verrebbe da un'esclamazione di Vauxcelles sull'esposizione: "è Donatello in mezzo alle belve!", effettivamente sembra ci fosse una scultura di stile neoclassico in mezzo al salone dove si teneva l'esposizione. Successivamente questo termine comprese quei pittori legati tra loro da una comune percezione dell’arte e da profonda amicizia. La definizione del critico, stava a significare che gli autori dei dipinti erano belve che volevano divorare l'arte. Il gruppo dei fauves, che fu attivo solo fino al 1908, comprende molti pittori dei quali il più famoso è Matisse. Altri pittori da ricordare sono Rouault, Derain, Vlaminck, Alexis Mérodack-Jeanneau e Marquet: culturalmente vicini all'espressionismo, questi artisti si differenziano dal gruppo tedesco per il fatto che hanno una minore angoscia esistenziale e un maggiore interesse per il colore.
Le idee dei fauvesI giovani fauves discutevano molto di impressionismo, spesso in termini negativi ma apprezzando la novità di una luce generata dall’accostamento di colori puri.
La loro arte si basava sulla semplificazione delle forme, sull’abolizione della prospettiva e del chiaroscuro, sull'uso di colori vivaci e innaturali, sull’uso incisivo del colore puro, spesso spremuto direttamente dal tubetto sulla tela e una netta e marcata linea di contorno. L'importante non era più, come nell'arte accademica, il significato dell'opera, ma la forma, il colore, l'immediatezza.
Partendo da suggestioni e stimoli diversi, ricercavano un nuovo modo espressivo fondato sull’autonomia del quadro: il rapporto con la realtà visibile non era più naturalistico, in quanto la natura era intesa come repertorio di segni al quale attingere per una loro libera trascrizione.
L'eredità artistica dei fauvesIn un certo senso la pittura dei fauves ha partecipato alla più larga problematica dell'espressionismo europeo, influenzando principalmente l’espressionismo tedesco che ne riprese i temi principali (esaltazione della forza dell'arte primitiva, libertà dell'artista da vecchie convenzioni e da formalismi obsoleti). Ma è stata la formidabile crescita del cubismo a rompere l'unità del movimento dei fauves.
La breve durata del movimento (1905 - 1908 ca) fu probabilmente dovuta non solo alla mancanza di un programma ben preciso ma anche all'esaltazione della "pittura pura" e del "colore esplosivo" che dovevano da soli creare la forma e divenire realtà: paradossalmente, all'eccesso dei fauves seguì il successo del cubismo, visto come desiderio della forma e di una organizzazione maggiore che ponesse un freno all'assoluta libertà del colore.
Il gruppo dei fauves"Bestie selvagge" è l'espressione francese che fu adottata - inizialmente in senso dispregiativo - per un gruppo d'artisti che tenne la propria collettiva al Salon d'Automnedi Parigi nell'anno 1905. Il primo ad utilizzare il termine fauves fu un critico d’arte, precisamente Vauxcelles, che definì la sala in cui esponevano questi artisti come una"cage aux fauves" cioè una "gabbia delle belve", per la “selvaggia” violenza espressiva del colore, steso in tonalità pure; secondo De Micheli il termine verrebbe da un'esclamazione di Vauxcelles sull'esposizione: "è Donatello in mezzo alle belve!", effettivamente sembra ci fosse una scultura di stile neoclassico in mezzo al salone dove si teneva l'esposizione. Successivamente questo termine comprese quei pittori legati tra loro da una comune percezione dell’arte e da profonda amicizia. La definizione del critico, stava a significare che gli autori dei dipinti erano belve che volevano divorare l'arte. Il gruppo dei fauves, che fu attivo solo fino al 1908, comprende molti pittori dei quali il più famoso è Matisse. Altri pittori da ricordare sono Rouault, Derain, Vlaminck, Alexis Mérodack-Jeanneau e Marquet: culturalmente vicini all'espressionismo, questi artisti si differenziano dal gruppo tedesco per il fatto che hanno una minore angoscia esistenziale e un maggiore interesse per il colore.
Le idee dei fauvesI giovani fauves discutevano molto di impressionismo, spesso in termini negativi ma apprezzando la novità di una luce generata dall’accostamento di colori puri.
La loro arte si basava sulla semplificazione delle forme, sull’abolizione della prospettiva e del chiaroscuro, sull'uso di colori vivaci e innaturali, sull’uso incisivo del colore puro, spesso spremuto direttamente dal tubetto sulla tela e una netta e marcata linea di contorno. L'importante non era più, come nell'arte accademica, il significato dell'opera, ma la forma, il colore, l'immediatezza.
Partendo da suggestioni e stimoli diversi, ricercavano un nuovo modo espressivo fondato sull’autonomia del quadro: il rapporto con la realtà visibile non era più naturalistico, in quanto la natura era intesa come repertorio di segni al quale attingere per una loro libera trascrizione.
L'eredità artistica dei fauvesIn un certo senso la pittura dei fauves ha partecipato alla più larga problematica dell'espressionismo europeo, influenzando principalmente l’espressionismo tedesco che ne riprese i temi principali (esaltazione della forza dell'arte primitiva, libertà dell'artista da vecchie convenzioni e da formalismi obsoleti). Ma è stata la formidabile crescita del cubismo a rompere l'unità del movimento dei fauves.
La breve durata del movimento (1905 - 1908 ca) fu probabilmente dovuta non solo alla mancanza di un programma ben preciso ma anche all'esaltazione della "pittura pura" e del "colore esplosivo" che dovevano da soli creare la forma e divenire realtà: paradossalmente, all'eccesso dei fauves seguì il successo del cubismo, visto come desiderio della forma e di una organizzazione maggiore che ponesse un freno all'assoluta libertà del colore.